mercoledì 8 luglio 2009
UN ULTIMO ADDIO AL RE' DEL POP
Un arresto cardiaco, che l'ha colto nel pomeriggio di oggi (alle 21, ora italiana) nella sua casa Holmby Hills, a Los Angeles, è stato fatale a Michael Jackson: subito trasportato alla clinica universitaria della città californiana, la UCLA, il Re del Pop è spirato poco tempo dopo. Il capitano dei Vigili del Fuoco di L.A. Steve Ruda, il primo a soccorrere Jackson, ha dichiarato alle agenzie di aver trovato il cantante, non appena giunto presso la sua residenza di Bel Air in seguito alla chiamata pervenuta al pronto intervento, già in arresto cardio-respiratorio. Trasportato in ospedale in stato di coma, il Re del Pop - prima di spirare - è stato raggiunto dai suoi familiari. Le autorità hanno comunque aperto un'indagine sulla morte dell'artista, nonostante il decesso - che al momento presenta ancora lati non troppo chiari - sia da attribuire esclusivamente a cause naturali. Il coroner di Los Angeles ha già programmato un'autopsia sul corpo del cantante per stabilire le esatte cause della morte. La notizia, in un primo tempo battuta solo dal sito americano TMZ, dal Los Angeles Times e dall'agenzia Associated Press, è poi stata confermata da tutte le maggiori testate mondiali e dal dipartimento di polizia di Los Angeles. Al momento, l'una e trentacinque di venerdì 26 giugno, ora italiana, non si hanno ancora dichiarazioni ufficiali da parte dell'entourage dell'artista: tuttavia il suo sito ufficiale, michaeljackson.com, ha tolto dall'home page le informazioni sulla lunga serie di concerti che l'artista avrebbe dovuto tenere alla 02 Arena di Londra nei prossimi mesi. Nato a Gary, Indiana, il 29 agosto del 1959, Michael debuttò a soli cinque anni nei Jackson Five, gruppo nel quale militavano gli altri suoi quattro fratelli: nel 1979 debuttò come solista, per divenire, nel 1982, il "Re del Pop" con l'album "Thriller", disco che ancora oggi conserva il primato di "più venduto" nella storia della musica. Vincitore di tredici Grammy Awards, il cantante visse, tra il 1998 e il 2005, presso Neverland, ranch californiano che l'artista trasformò in una sorta di parco di divertimenti privato presso il quale era solito ospitare bambini malati e indigenti: nel 1993 fu accusato, proprio da uno dei suoi piccoli ospiti, di molestie sessuali. Un'altra denuncia, sempre dello stesso tipo, fu mossa a Jackson nel 2003: il processo che seguì, iniziato nel 2005, prosciolse il cantante da tutti i dieci capi d'accusa, lasciandolo però minato nello spirito e nelle finanze. Abbandonata Neverland, di recente rilevata da un finanziere interessato a trasformarla in una sorta di Graceland, Jackson ha vissuto, negli ultimi anni, tra l'oriente, Las Vegas e la Gran Bretagna: proprio nel Regno Unito l'artista stava organizzando il suo ritorno in grande stile nel circuito live, con una lunghissima residency alla 02 Arena di Londra
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